Che effetto ha cantare sul nostro cervello?
La bellezza dell’esperienza è che ci modifica e forgia il nostro cervello permettendoci di apprendere. Il gruppo di ricerca di Kleber ha cercato di osservare gli effetti del canto sulla plasticità strutturale cerebrale dei cantanti di opera.
Tramite la voxel-based morphometry, una tecnica di neuroimmagine per studiare le differenze anatomiche cerebrali, è stato studiato il cervello di un gruppo di cantanti professionisti classici in rapporto a persone che non cantano.
Comparando il volume della materia grigia dei circuiti neurali del canto (“singing network”) è stato trovato un aumento del volume in alcune regioni nell’emisfero destro nei cantanti come la corteccia somatosensoriale primaria ventrale (l’area che mappa la laringe), il giro sopramarginale rostrale adiacente, la corteccia somatosensoriale secondaria e la corteccia uditiva primaria.
In modo interessante è stato trovato che un precoce apprendimento del canto correlava con un aumentato volume di S1 (la corteccia somatosensoriale primaria). In contrasto con gli studi sui musicisti questa correlazione iniziava soltanto nei cantanti che iniziavano ad apprendere il canto dopo l’età di 14 anni, cioè quando lo sviluppo del sistema motorio del parlato ha raggiunti il suo primo plateau.
Bibliografia:
“Voxel-based morphometry in opera singers: Increased gray-matter volume in right somatosensory and auditory cortices. “ Boris Kleber, Ralf Veit, Christina Valérie Moll, Christian Gaser , Niels Birbaumer , Martin Lotze, Neuroimage (2016)
“Plasticity in gray and white: neuroimaging changes in brain structure during learning. “ Zatorre, R.J., Fields, R.D., Johansen-Berg, H., Nature Neuroscience (2012)